La misura di pH dei solventi organici è complessa. Quando solventi organici sono presenti in quantità apprezzabili, si verifica un cambiamento delle letture del pH dovuto agli effetti dei solventi non acquosi sull'attività degli ioni idrogeno e sull'elettrodo per pH. Ciò può determinare in ultima analisi letture variabili, tempi di risposta più lunghi e, di conseguenza, risultati inaccurati e non riproducibili.
Inoltre, molti sensori di pH non sono progettati per queste applicazioni. Ad esempio, l'elettrolita acquoso dei tradizionali elettrodi per pH, come la soluzione KCl, potrebbe non essere miscibile o non dissolversi nel campione da analizzare. In questi casi, possono verificarsi variazioni nelle letture. Inoltre, potrebbe determinarsi la cristallizzazione del KCl, che andrebbe a ostruire il diaframma e a prevenire la fuoriuscita dell'elettrolita, provocando così letture instabili. Pertanto, scegliere il sensore giusto è essenziale per ottenere risultati accurati.
Il sensore di pH InLab® Science Pro-ISM di METTLER TOLEDO è un elettrodo adatto a queste applicazioni non acquose. Il diaframma smerigliato mobile assicura un efflusso semplice e adeguato dell'elettrolita di riferimento nel campione ed è facile da pulire in caso di ostruzioni. Questo sensore ha l'ulteriore vantaggio di usare due elettroliti: quello del ponte esterno può essere sostituito da una tradizionale soluzione di KCl a 3 mol/l con una di LiCl in etanolo a 1 mol/l o qualsiasi altro elettrolita, a seconda delle necessità. Questi fattori contribuiscono alla possibilità di ottenere letture stabili e risultati di pH affidabili.
Questi sono solo alcuni dei vantaggi offerti da questo sensore particolarmente indicato alla misura di pH nei solventi organici. Per avere ulteriori informazioni sui vantaggi derivanti dall'uso di questo sensore, leggete il libro bianco che fornisce inoltre alcune linee guida per ottenere risultati accurati in presenza di solventi organici sia miscibili sia immiscibili con l'acqua.
Perché la misura di pH dei solventi organici è complessa?
La convenzionale scala di pH da 0 a 14 non è applicabile per via della variazione nello schema di dissociazione del campione nel rispettivo solvente. Inoltre, i solventi organici sono generalmente carenti di ioni e quindi le misure sono spesso instabili e richiedono tempi più lunghi per la stabilizzazione. L'elettrolita esterno acquoso (3 M KCl) non è adatto all'uso in un mezzo organico e deve essere sostituito con una soluzione etanolica di LiCl per ottenere letture stabili. Per eseguire la misura del pH occorre comprendere meglio la natura di questi campioni e la scelta del sensore è fondamentale per ottenere risultati più accurati.
Dove viene misurato il pH dei solventi organici e perché è importante?
Diversi settori come quelli di vernici e pigmenti, inchiostri, oli, petrolio e prodotti petrolchimici, prodotti farmaceutici, biocombustibili e così via richiedono la misura di pH dei relativi campioni, dispensati/disciolti in solventi organici, a intervalli frequenti nell'ambito delle rispettive misure di routine.
Come posso misurare il pH dei solventi organici?
I solventi organici sono classificati come miscibili e immiscibili in acqua. Pertanto, le misure di pH nei campioni non acquosi possono essere suddivise in due categorie:
- La misura di pH dei solventi miscibili in acqua, che viene condotta immergendo l'elettrodo nel solvente o nella sua miscela (con acqua)
- La misura di pH dei solventi organici immiscibili in acqua, che viene condotta eseguendo un'estrazione tramite solvente del campione in fase acquosa con acqua deionizzata, seguita dalla misura di pH